Achille Costacurta, la dichiarazione choc: “Sono stato in un centro penale”

Alessandra Napoli
  • Laureata in Comunicazione, Tecnologie e Culture Digitali
  • Esperta di TV e mondo dello spettacolo
09/09/2024

Achille Costacurta, la dichiarazione choc: “Sono stato in un centro penale”

Il figlio di Martina Colombari Achille Costacurta ha sconvolto i suoi follower svelando di aver trascorso un anno in un centro penale. 

Il figlio di Martina Colombari e Billy Costacurta, Achille, ha sconvolto nuovamente i suoi follower durante una diretta. A distanza di due mesi dallo scandalo social ha voluto svelare alle persone che lo seguono di essere stato in un centro penale per più di un anno.

Achille Costacurta, la rivelazione choc: “Sono stato in un centro penale”

Sono passati all’incirca due mesi da quando Achille Costacurta pubblicava foto e video di mazzette di soldi e strane polveri rosa sui suoi canali social. Il figlio di Martina Colombari e Billy Costacurta è riapparso in video alcune ore fa con una diretta su Tik Tok. Il giovane ha parlato come sua abitudine senza filtri ai fan che lo seguono a proposito dei suoi errori passati e della volontà di ricominciare col piede giusto.

Era soltanto luglio quando Achille si era mostrato pubblicamente sui social mentre maneggiava molti contanti e polveri di dubbia provenienza. Poi aveva condiviso una serie di commenti contro la madre per alcuni scatti in costume. Da quel momento in poi i suoi profili social erano stati silenziati. Alcune ore fa, però, il giovane è tornato sui social con una diretta fiume in cui si è aperto su molti argomenti.

Faccio errori come tutti, ma sono un bravo ragazzo…Nella vita ho fatto tante cose, ho fritto in un bar e poi ho lavorato in ufficio. Ora mi sono fermato per pensare, il 3 ho un’udienza, poi vado a riscrivermi al liceo

Il giovane figlio di Martina Colombari ha raccontato di aver trascorso un anno e sette mesi in un centro penale a Parma insieme a ragazzi di tutte le età, divisi in camere da 4. L’esperienza per il ragazzo è stata traumatica e ha ammesso di averla in parte rimossa.

C’erano gli educatori ma non potevo uscire e non potevo fare nulla. Ci sono stato dai 15 ai 17 anni. La sveglia era alle 7:30 e se alle 7:45 non eri già a fare colazione avevi una sigaretta in meno, ne avevamo dieci al giorno. Se tutti i partecipanti non erano in fila, non facevano mangiare nessuno. Facevano arrabbiare tutti con chi sbagliava. Robe assurde. Era un posto gestito dalla Chiesa

Sembrerebbe che l’esperienza in comunità di recupero abbia aiutato il ragazzo a prendersi le sue responsabilità e, almeno, a riconoscere i propri sbagli. Poi ha svelato che della sua esperienza ne parlerà nel suo libro, dove ripercorrerà le sue esperienze traumatiche.

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