Anita Olivieri è una dei concorrenti nip della nuova edizione del Grande Fratello. Per i primi giorni nella Casa, ha soggiornato nel tugurio insieme a Lorenzo Remotti, Samira Lui, Giuseppe Garibaldi e Vittorio Menozzi. A partire dalla seconda puntata, andata in onda venerdì sera, è ritornata con i suoi coinquilini nella Casa dandosi così il cambio con altri concorrenti.
Nelle ultime ore, chiacchierando con Giselda Torresan, si è lasciata andare ad alcune considerazioni sulla sua vita e sulle sue aspirazioni, rivelando quali sono i suoi obiettivi e i suoi progetti futuri. Ecco che cosa ha raccontato la gieffina.
Grande Fratello, Anita Olivieri si lascia andare e ammette che…
In una conversazione con Giselda Torresan, Anita Olivieri ha esordito rivelando cosa avrebbe fatto se non avesse scelto quello che ha scelto: “Se non avessi avuto questa possibilità, forse avrei fatto più teatro. Mi sarei buttata sul teatro o sulla danza. Io ho fatto per tantissimi anni danza classica. Ero tanto brava, mi avevano anche detto di fare l’accademia. Però sai ad un certo punto lo sport. C’è un momento difficilissimo per le persone che tengono allo sport dove tu dici ‘ok o mi concentro sullo studio e inizio a studiare oppure sullo sport’. Il tempo non basta per fare entrambe le cose bene. E tante persone in quel momento dicono ‘ok ora devo studiare, devo fare l’università’ e lo sport lo mollano. Tornando indietro, per me la danza era vita. Io ancora ballo in bagno da sola, la tengo con me questa cosa. Sono qui per questo, per scoprirlo quello che voglio fare“.
Ha poi proseguito: “Io non so ancora. Mi piace stare con le persone, mi piace parlare con le persone. Io ho iniziato durante la quarantena a fare video comici sui social per sfogarmi perché avevo un sacco di tempo e non sapevo che fare. Mi annoiavo. Ho iniziato a fare dei video comici perché mi piace far divertire le persone. Poi le persone mi scrivevano per questo (…) Per me io ero già realizzata così. Io mi sento una persona multipotenziale. Mi piacciono tante cose e vorrei farle tutte. Non voglio entrare in uno scompartimento solo perché non è obbligatorio. (…) Ho tante idee creative che vorrei portare che c’entrano con le persone. Quindi, io lavorerò così solo se sarà una cosa mia. Non voglio alienarmi, cioè lavorare per l’azienda giapponese per cui lavoravo di cui sono solo un numero. Io arrivavo a casa e mi chiedevo cosa avevo fatto, qual era stata la mia giornata. Cosa mi sono portata a casa di questa giornata? Nulla. Non ero soddisfatta. E lì ho detto, provo a buttarmi perché ora sono ancora in tempo. Mi voglio mettere in gioco“.
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