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Grande Fratello, Lorenzo rivela sul suo passato: “Sono stato obbligato a fare delle cose e…”

Grande Fratello, Lorenzo rivela sul suo passato: “Sono stato obbligato a fare delle cose e…”
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Nella puntata di lunedì del Grande Fratello, Lorenzo Spolverato ha parlato del suo passato rivelando retroscena inediti.


Dopo giorni di sofferenza e solitudine, Lorenzo Spolverato, nel corso della puntata di lunedì sera del Grande Fratello, si è fatto forza e ha deciso di parlare, rivelando cosa gli sarebbe successo a quindici anni e quali esperienze gli avrebbero procurato tanto dolore in tutti questi anni.

Il modello milanese ha raccontato di aver vissuto dei periodi molto difficili dove l’unica cosa che avrebbe voluto fare sarebbe stata quella di chiudersi nella sua camera e stare da solo. Per diverso tempo, ha frequentato cattive compagnie e fatto parte di una banda, per cui ha commesso attività illegali.

Ecco che cosa ha detto: “A 15 anni sono entrato a far parte nel modo del tutto inconsapevole, di alcune bande che ai tempi c’erano e venivo costantemente obbligato a fare delle cose, non venivo lasciato stare. I primi momenti riuscivo a tornare a casa dopo scuola e chiudermi in camera, ma non funzionava così tutti i giorni“.

Grande Fratello, il racconto di Lorenzo sul suo passato

Ha poi continuato: “Avrei voluto lasciarmi quel mondo alle spalle, ma non potevo, non riuscivo a tirarmi fuori e mi sentivo in colpa con me stesso e i miei genitori che non sono a conoscenza di tutto ciò. Loro mi venivano a prendere a scuola e non potevo andare da nessun’altra parte, in dei capannoni in mezzo ai campi, in cui c’era il raduno di questa banda. Erano tutti più grandi e mi obbligavano a fare delle cose, delle missioni da portare a termine reati, a rubare, tanti episodi di violenza fatti e ricevuti. Si rivolgevano a me perché ero veloce, bravo e non mi lamentavo“.

Ha poi concluso: “Mi promettevano dei soldi che non sono mai arrivati. Se la missione non veniva compiuta, mi picchiavano, sono successe anche altre cose con le ragazzine che frequentavo… mi legavano, mi bloccavano, mi picchiavano e picchiavano le ragazze con cui stavo. Loro sapevano dove abitavo e che cosa facevo, mi minacciavano con le armi. Non li ho mai denunciati perché avevo paura, erano tanti…Quei fantasmi sono quelle persone che per diverso tempo mi hanno detto che non mi merito niente. Mi schiacciavano, mi insultavano… Poi ho esercitato vendetta nei confronti di alcune persone e sono diventato violento. Come se io pensassi di non meritarmi delle persone tanto buone come Shaila“.

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