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Mare Fuori, Artem Tkachuck reagisce alle polemiche: lo sfogo fiume e il racconto choc

Mare Fuori, Artem Tkachuck reagisce alle polemiche: lo sfogo fiume e il racconto choc
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Dopo l’aspra polemica che ha travolto l’attore di Mare Fuori per le parole condivise su Instagram sulla depressione, Artem Tkachuck si difende via social.


Artem Tkachuck, uno degli attori protagonisti di Mare Fuori, è finito nel mirino degli haters (e non solo) a causa di una frase decisamente discutibile che ha condiviso tra le storie di Instagram. Di fronte all’ondata di indignazione che l’ha travolto e che ha attirato il dissenso anche dei suoi fans, il giovane interprete di Pino ‘o pazzo ha deciso di rispondere. L’ha fatto confidando alcune sconcertanti verità sul suo passato.

Nato in Ucraina il 7 luglio 2000 e cresciuto nel quartiere Salicelle di Afragola, in provincia di Napoli, Artem  ha mosso i primi passi sul set con il film La Paranza Dei Bambini. Nel 2019, è entrato nel cast di Mare Fuori. Malgrado la giovane età, di recente si è sparsa la voce che Tkachuk abbia intenzione di sposare la sua fidanzata, la titktoker Gilda D’Ambrosio. Ad oggi, tuttavia, la notizia non è stata confermata.

Torniamo al presente. Un paio di giorni fa l’attore, seguito su Instagram da 758mila contatti, ha pubblicato tra le storie la frase: “La depressione è uno stato emotivo dei deboli”. Un’esternazione che, prevedibilmente, ha fatto infuriare non solo i suoi detrattori, ma soprattutto i suoi followers. Le reazioni del popolo social sono state talmente dirompenti che Artem ha impostato il suo account Instagram su ‘privato’, forse per porre un freno agli incessanti insulti.

Artem di Mare Fuori risponde agli attacchi: “Per anni ho dovuto…”

Nella giornata di domenica 27 agosto, il volto di Pino ‘o pazzo è tornato online per dire la sua in una serie di Instagram stories. Non vi aspettate toni dimessi alla Morgan o sentite scuse: al contrario. Si dice che la miglior difesa sia l’attacco e Artem ha sposato in toto questa linea d’azione. Il 23enne si è scagliato a sua volta contro chi ha criticato le sue parole e l’ha accusato di banalizzare e sminuire quella che è, a tutti gli effetti, una malattia mentale.

Mi fate ridere. Con tutto il male che esiste nella società di oggi, voi vi impuntate sullo stato che mi sono sentito di mettere ieri notte. […] Purtroppo come al solito il vostro mondo social continua a ingannarvi e fare beffe su di voi. Aprite la vostra c***o di mente. Siete un qualcosa di molto più grande rispetto a cosa pensate di essere.

Lo sfogo è poi proseguito con il racconto della sua difficile storia personale che, non a caso, include anche un periodo di profonda depressione. Un ‘lusso’ che Artem sostiene di non essersi potuto permettere, perché non poteva fare a meno di lavorare per mantenersi. “Non c’è tempo per essere depressi, ipocriti. Il tuo sogno è più grande dei mostri che stai affrontando, quindi alza la testa e guarda in alto invece di seguire il pensiero mediocre della gente comune, di Google, di Instagram e di TikTok, a guardare informazioni inutili e ignoranti, seduti sul divano a piangere perché le cose non vanno come vorreste”.

E ancora: “Ci sono passato anche io. Ma sapete chi vince alla fine? Alla fine vince chi tutte le mattine, nella sua umiltà, si alza per affrontarla. […] La depressione è stata la mia migliore amica per tutti questi anni e l’ho imparata a gestire e prendendo controllo sulla mia mente da solo. Quelli che si definiscono i più forti, in realtà, sono quelli più deboli. A noi cresciuti con la rabbia, ci riconosci subito. Abbiamo occhi diversi”. L’attore ha poi condiviso un immagine di se stesso ricoverato in ospedale: “Prima dei 18 anni ho rischiato di morire tre volte”. Poi un’altra foto, in cui lavora come imbianchino: “2019…dove erano i miei follower? Purtroppo non avevo tanto tempo: dovevo portare il pane a casa e pagare l’affitto”.

E’ chiaro che, sebbene abbia scelto toni opinabili, Tkachuck, con quella frase infelice sulla depressione, intendesse comunicare che è fondamentale reagire. Potremmo rileggere il suo post come un attacco non contro chi soffre di depressione, bensì contro coloro che dietro quel disturbo si nascondono, preferendo piangersi addosso piuttosto che lavorare sodo per cambiare ciò che non va nelle loro vite. Avrebbe potuto lavorare sulla forma, indubbiamente. Ma il concetto è chiaro.