Alex Schwazer è uno dei concorrenti della nuova edizione del Grande Fratello, condotto da Alfonso Signorini, che debutterà in prima serata su Canale Cinque stasera 11 settembre 2023. Prima di entrare nella Casa più spiata d’Italia, il marciatore si è raccontato in una lunga intervista a Verissimo da Silvia Toffanin, nel corso della puntata del 10 settembre.
Il nuovo gieffino ha innanzitutto svelato qual è il suo obiettivo al reality di Canale Cinque: “Entro nella casa con un obiettivo molto importante per me, che è la possibilità di raccontare la mia storia. E poi anche per il fatto di potermi allenare dentro la casa. Un conto è dire che una persona non ha mai smesso di allenarsi, un altro conto è farlo e che le persone possano vederlo. Mi allenerò ogni giorno“.
Grande Fratello, Alex Schwazer rivelazione del passato
Nel corso dell’intervista rilasciata a Silvia Toffanin a Verissimo, Alex Schwazer ha anche parlato di due momenti molto difficili e delicati della sua vita e della sua lunga carriera da sportivo, quando ha ricevuto le due squalifiche per doping.
Il marciatore, se nella prima si era dichiarato ‘colpevole’, nella seconda ha dovuto scontare una squalifica senza colpe. Il suo augurio è quello di riuscire ad arrivare alle Olimpiadi e di riuscirsi a preparare per tempo: “Il 7 luglio del 2024 finisce la squalifica. Mi auguro che la squalifica venga ridotta. Se resta com’è attualmente, non avrò la possibilità di qualificarmi per le Olimpiadi. Le gare preolimpiche sono tutte prima. Ci spero, sono pronto e motivato“.
Infine il gieffino ha rivelato di aver passato anni particolarmente difficili e complessi, per cui è arrivato anche a soffrire di depressione: “Sono stati anni dove bisognava lottare per dimostrare l’innocenza. Anni impegnativi, difficili, in un ambiente non mio. Il mio ambiente sono le gare, non il tribunale. Se mi sento vittima di un’ingiustizia? Sì. Una cosa è scontare una squalifica avendo delle colpe, come è successo nel 2012, un’altra è scontare una squalifica non avendo delle colpe. Il momento più brutto è stato quando da Rio de Janeiro dovevo andarmene via anziché gareggiare. È stato umiliante. […] Sono papà di due bimbi e mi auguro che a loro non succeda mai quello che è successo a me. La depressione è una malattia, non è da prendere alla leggera. In quel momento mi ero dovuto fermare perché il mio mondo non esisteva più, non avevo gli allenamenti o le gare per cui dover funzionare in qualche maniera. Mi sono fatto aiutare da uno specialista che ringrazio e che mi ha fatto tornare quello di sempre“.
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